CONCERTO DI MUSICA ELETTRONICA
IN COLLABORAZIONE CON I CONSERVATORI DI
VENEZIA, TRIESTE, MILANO E PERUGIA
Torna a Stagione Agimus Autunno
2011
Auditorium Centro Candiani di Mestre, 26 novembre
2011, h.21.00
Letizia Michielon - Fabrizio Fiore
Geheimnis (2011)
Fabrizio Fiore, regia del suono; Nicola Buso,
assistenza tecnica: Letizia Michielon, pianoforte.
Julian Scordato
Axon (2011) per Disklavier e live electronics
(versione per tracce audio digitali)
Julian Scordato, regia del suono
Victor Nebbiolo Di Castri - Davide Gagliardi
Œuvre sans tonalité
pour six sons et quatre
interprètes
Duccio De Rossi, tromba; Valeria Zane, arpa; Victor
Nebbiolo Di Castri, live electronics e violino: Davide Gagliardi, live
electronics e percussioni
Angelo Benedetti - Barbara Pinchi
NonTrovoPace, per voce, elettronica ed echi lisztiani
Barbara Pinchi, voce recitante; Angelo Benedetti,
regia del suono.
Luigi Manfrin
Disappearing... in the black
of fullness
Luigi Manfrin, regia del suono; Cristiano Tassinari,
video.
Francesca Bergamasco
Performance
Francesca Bergamasco, voce; Asja Grauf, flauto; Ivan
Penov, live electronics (2011)
Tiziano Bole
Multimodal Ecosystem
live electronics (2011 - prima assoluta)
Francesca Bergamasco - Alberto Caruso - Fabrizio
Fiore
Prométhée 2.0 (2011 - prima assoluta)
Francesca Bergamasco, voce; Alberto Caruso, live
painting; Fabrizio Fiore, live electronics.
NOTE DI SALA
Letizia
Michielon - Fabrizio Fiore
Geheimnis (2011)
Ispirato all’ultima produzione
pianistica di Liszt (Nuages gris, La lugubre Gondola I, R.W.-Venezia), il brano
è concepito come una breve sigla, sintesi della ricerca sperimentale lisztiana
e della sua tensione spirituale, schiusa all’ignoto e al mistero.
Letizia Michielon, veneziana, ha curato
la propria formazione artistica con il M° E. Bagnoli, sotto la cui guida si è
diplomata in pianoforte con lode, appena sedicenne, presso il Conservatorio
“B.Marcello”di Venezia. Docente di Pianoforte principale e di Filosofia della
Musica al Conservatorio di Trieste, parallelamente all’attività pianistica, che
l’ha vista esibirsi in Europa, Canada e Stati Uniti, ha coltivato la formazione
compositiva con R. Vaglini, sotto la cui guida si è diplomata nel 2008 a
Venezia. Alcuni dei suoi lavori, editi da Ars Publica, sono stati eseguiti dal
Quartetto Ex Novo e dall’Ensemble L’arsenale nell’ambito di prestigiosi
festival di musica contemporanea (tra cui Biennale Musica di Venezia, Festival
di Perpignan, Festival BKA di Berlino, Festival Paesaggi Sonori di Trento,
Festival Compositori a Confronto, Festival delle Cinque Giornate di Milano e
Festival di Limoux). Sue opere in prima assoluta verranno eseguite nel 2011
alla Fenice dall’Ex Novo Ensemble (nell’ambito del festival Ex Novo Musica)e a
New York dal Washington Square Ensemble.
Ha seguito corsi di direzione
d’orchestra con P. Bellugi, R. Rivolta, M. Summers, e approfondito gli studi
compositivi nella classe di Musica Elettronica del Conservatorio di Venezia.
Fabrizio Fiore: v.
sotto
Nicola
Buso ottiene il diploma in Pianoforte (M.
Aiello) e si laurea in Filosofia all'Università Ca' Foscari di Venezia
(relatori L. Perissinotto, L.V.Tarca). Prosegue gli studi diplomandosi in
Musica Elettronica al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia con A. Vidolin.
Ha partecipato a masterclasses di direzione d'orchestra (L. Descev) e di
composizione (A. Guarnieri, H. Lachenmann, G. Ligeti). Collabora con l'Archivio
Luigi Nono di Venezia; ha tenuto conferenze, pubblicato articoli, curato regie
del suono, e visto eseguire proprie opere in Italia e all'estero. Fa parte
dell'ensemble L'Arsenale. I suoi attuali interessi di ricerca vertono sulla
prassi del live coding (intesa come teatro della scrittura), e sull'ipotesi di
una ermeneutica ipertestuale.
Julian Scordato
Axon (2011) si rivolge ai limiti
strumentali del pianoforte e al loro superamento, attraverso l'impiego del
Disklavier - registrato su tracce audio digitali - con cui è stato possibile
ottenere una polifonia fino a 32 voci, un controllo preciso delle dinamiche di
ciascuna nota e l'invio di dati MIDI generati in tempo reale (realtime
composition) e l'elettronica dal vivo, intesa come estensione - timbrica e
contrappuntistica - aleatoria dello strumento: un'altra accezione di
virtuosismo, che trae alla novità e alla pulsione, dove l'impulso è strumentale
e la trasmissione acusmatica.
Julian Scordato compie gli studi di composizione e
nuove tecnologie con lode a Venezia con C. Pasquotti e A. Vidolin. Sue opere
strumentali ed elettroacustiche hanno ottenuto riconoscimenti in concorsi
internazionali e sono state rappresentate in festival e rassegne tra cui La
Biennale di Venezia, RomaEuropa Festival, Festival 5 Giornate Milano,
Electronic Arts and Music Festival Miami, A.Gi.Mus. Venezia, EMUFest Roma,
Re-new Digital Arts Copenhagen, Gaudeamus Utrecht. In qualità di compositore,
interprete di live electronics, regista del suono partecipa ad eventi quali il
XVII Colloquio di Informatica Musicale, World Venice Forum, Convegno La Terra
Fertile, Beyond Entropy: When Energy Becomes Form, Premio Nazionale delle Arti
2011, 8th Sound and Music Computing Conference. Compone musiche per il video,
per il teatro e per installazioni. È stato curatore della Rassegna dell'Arte e
del Teatro indipendente di Pordenone. È membro di Arazzi Laptop Ensemble, con
cui ha collaborato alla Fondazione Cini. Sue composizioni sono edite da Ars
Publica e Taukay.
Victor Nebbiolo di Castri- Davide Gagliardi
Oeuvre sans tonalité
Liberamente ispirato dalla quasi omonima Bagatelle di
Franz Liszt, questo brano vuole riprendere le sonorità e le caratteristiche
portanti dell'opera lisztiana per stravolgerle e ricomporle verso la ricerca di
nuove possibilità sonore organizzate nella casualità e dal libero arbitrio
degli esecutori. Divisa in due parti, la composizione mette insieme elementi
aleatori e prevedibili nella ripetitività e nella variazione di questa. La
presenza dell'elettronica vuole accentuare e rielaborare non solo il singolo
suono ma l'insieme della performance.
Davide Gagliardi studia chitarra prima
alla scuola La Giustiniana di Roma con F. R. D'Ettorre, poi all'Accademia S.
Godenzo fino al 2003. Nel 2002 è coinvolto in una tournée in Belgio e in Olanda
dell'Ensemble l'Arpeggiata di C. Pluhar come danzatore. Collabora con la
compagnia teatrale L’Uccellino Azzurro di F. Tatulli mettendo in scena
Shakespeare, Cechov e molti altri. Nel 2005 frequenta l'Accademia d'Arte Drammatica
di Roma; nel 2004 intraprende lo studio della batteria; dal 2006 studia
percusioni con M. Carrano, M. Laguardia, A. Antico, F. Tricomi. Attualmente
studia composizione ed elettronica a Venezia con C. Pasquotti e P. Zavagna. Ha
composto brani per strumenti solisti e piccoli gruppi con elettronica; ha
seguito masterclass di chitarra con B. B. Damario e seminari di analisi della
musica contemporanea ed elettronica con A. Trudu e A. Di Scipio.
Victor Nebbiolo di Castri, nato a Parigi nel 1989,
studia violino con D. Galoustov al Conservatorio Russo di Parigi e pianoforte
al Conservatoire de la Ville de Paris. Dal 2004 prosegue gli sutdi violinistici
a Venezia con M. Valmarana. Dal 2009 si dedica alla composizione, è attualmente
iscritto a Venezia con C. Pasquotti. Ha preso parte a seminari e workshop tra
cui Siena Jazz, Ischia musica, “Ecosistema udibile” di M. A. Di Scipio.
Diplomato al liceo artistico, ha lavorato come grafico e curatore del
padiglione “Planet K” alla Biennale 2009
Valeria Zane, nata nel 1990, diplomanda in arpa al
Conservatorio di Venezia, studia con D. Colonna Romano ed Elisabetta Ghebbioni,
e ha seguito masterclass con X. De Maistre e J. Liber. In qualità di prima arpa
suona ad alcune produzioni del
Conservatorio in collaborazione con il Teatro la Fenice, e come solista a
diversi eventi ed inaugurazioni. Nel 2009 e nel 2011 partecipa alla Biennale
Musica eseguendo prime assolute con l’ensemble L’Arsenale e collaborando
all’opera patchwork. Diplomata al Liceo Artistico, si dedica alla fotografia,
lavorando anche per la Biennale Arte.
Angelo Benedetti- Barbara Pinchi
NonTrovoPace
Ispirato al Sonetto 104 del Petrarca,
cui Liszt dedica uno splendido brano pianistico all’interno del Deuxième Année
negli Années de Pèlerinage, questa rilettura elettronica si propone come una
visione estetica, senza tecnicismi, in chiave moderna, di un capolavoro
letterario celeberrimo, costruito su antitesi e ossimori che descrivono il
palpito e i tormenti di un animo innamorato.
Barbara Pinchi nel 2002 pubblica la raccolta di
poesie “D'Ombre” Prospettiva Editrice. Tra il 2003 e il 2004 partecipa a
diversi Poetry Slam, nel 2006 a Miss Poesia Rai Futura Tv, Roma, ed è tra i
finalisti del concorso Doctorclip Romapoesia. Partecipa alla Biennale del Libro
d'Artista, Spoleto. Nel 2007 partecipa alla Libreria degli Inediti spazio
teatrale “il Pozzo e il Pendolo” Napoli. È pubblicata sul catalogo Ulisse
Associazione Fonopoli e su “Il Bazar dell'Incredibile” Midgard Edizioni. Inizia
un nuovo percorso con lo spettacolo Fachearrido prodotto da
BIANCOCHIAROspazioteatrale. Altre partecipazioni: Performance “Espostiquadrati”
Spello; lettura scenica “I corpi diVERSI” Ariccia; letture poetiche “Duetti
misti incrociati” Libreria Edison Book Store Arezzo; vincitrice Poetry Slam
Biennale Marsica; finalista al Concorso BazzanoPoesia; Spazio Teatrale ONNIVORA
Ponte Felcino; spettacolo teatro/danza BIANCOCHIAROspazioteatrale e ALTERDANZA.
Angelo Benedetti studia clarinetto al Conservatorio
di Perugia dove si diploma nel 1989 e sempre al Conservatorio di Perugia
consegue con L. Ceccarelli il diploma di Musica Elettronica nel 2001 e il diploma di secondo livello nel
2009. Lavora come assistente di L. Ceccarelli e partecipa a Ravenna Festival,
Festival di Sant’Arcangelo, Biennale Teatro Musica e Danza di Venezia, Festival
internazionali di danza di Maracaibo e Tallin. Si dedica poi alla composizione
di musica elettronica e ha al suo attivo musica per radiodrammi, collaborazioni
con Radio3 Rai, musica di scena per piece teatrali, per la danza e
installazioni audiovisive; suoi lavori sono stati selezionati da CEMAT e
ospitati al Festival di Bourges. Ha tenuto corsi sulle nuove tecnologie
applicate alla musica e un laboratorio sulla relazione tra musica e le altri
arti all’Accademia di belle arti di Rimini e di Perugia. Ha insegnato varie
discipline nell’ambito della musica elettronica ai Conservatori di Venezia,
Perugia, e all’Istituto Musicale di Rimini.
Disappearing... in the black
of fullness (2011)
La composizione prende avvio dalla
lettura di un celebre racconto di Poe, The island of the fay. Di questo
racconto mi colpisce il percorso immaginativo condensato nel resoconto di
un’esperienza vissuta in prima persona dall’anonimo protagonista. L’umanità del
narratore si dissolve progressivamente in una contemplazione impersonale, fino
a tramutarsi in uno stato di pura veggenza solitaria. La narrazione di Poe,
infatti, procede dalla creazione di una percezione solitaria, attinente a un
paesaggio naturale preumano, per approdare a una visione irreale, onirica e
spettrale. Trattesi di un viaggio carico di malinconia, l’affetto principale
che avvolge tutta l’atmosfera del racconto, e che sprofonda sempre più in
un’oscurità profonda, penetrante e pesante. Tutto questo risuona spontaneamente
nella mia immaginazione musicale, suscitando l’idea di generare con
l’elettronica un paesaggio sonoro di partenza, inizialmente “luminoso,
variegato e colorato”, ma che inesorabilmente si oscura divenendo sempre più
materiale, torbido e pesante.Il viaggio immaginario di Poe, come è noto,
culmina nell’incontro vespertino e inaspettato con un piccolo fiume e un'isola,
dal carattere doppio e ambivalente: il lato occidentale aperto e luminoso,
inondato dalla «cascata splendida d'oro e di porpora» del tramonto, e il lato
orientale circondato dalla foresta e immerso nel clima buio e profondo
dall’ombra degli alberi. L’autore si abbandona, come scrive Bachelard in L'Eau
et les rêves, ad una «rêverie» creatrice che entra spontaneamente in intimità
sognante con l’acqua sempre più pesante e più morta del fiume, l’elemento
primario o la sostanza madre dell’immaginazione materiale del grande scrittore.
L’acqua, dunque, è impregnata di tristezza e di morte e sembra inghiottire
l’ombra degli alberi come prede, privandoli così della loro vita. Questo
m’induce a pensare a una liquefazione progressiva del suono generale del brano,
con l’emergenza improvvisa di una sorta di blocco timbrico complesso e
oscillante, ora chiaro ora scuro, e che viene progressivamente filtrato in
vario modo, reso così di volta in volta più fantasmatico. L’isola di Poe appare
avvolta da un’atmosfera incantata, tramutandosi nella dimora immaginaria e
mortifera delle fate «sopravvissute all'estinzione della loro stirpe»; in tal
modo la consumazione degli alberi nell'acqua, che ne assorbe l'ombra, diviene
il destino della fata «inghiottita dalla morte». Bachelard ha chiamato la
lirica di Poe «poesia della materia» individuandovi la contrapposizione tra la
qualità del volume e la qualità della superficie dato che le acque si fanno
sempre più nere e dense. Anche il suono possiede una massa, un volume e
un’ombra sonora che lo raddoppia; proprio la dinamica del racconto di Poe
suggerisce di separare l’ombra dal proprio suono generatore per lasciarla
inghiottire e liquefare nello sfondo sonoro che si rabbuia sempre più, mentre
il generatore dell’ombra si fa sempre più spettrale. L’ultima immagine è quella
visionaria di una fata su una barca che circola ciclicamente intorno all’isola
passando dal lato luminoso a quello tenebroso, avvicinandosi sempre più alla
morte: «…Ogni volta si faceva più esile e più larvale e indistinta, e ogni
volta che penetrava nell'oscurità, da lei si staccava un'ombra più buia,
sommersa da una bruma d'ombre più nere. Ma alla fine, quando il sole si spense,
la Fata, ora mero spettro di se stessa, sconsolatamente entrò con la sua barca
nella regione delle acque d'ebano - e che di là uscisse mai io non so dire,
poiché la Tenebra scese su tutte le cose né più scorsi la sua immagine
maliosa». L’immagine incantata della fata morente mi spinge all’impiego e al
trattamento elettronico della voce femminile; tuttavia, accanto a queste
valorizzazioni immaginative inerenti al suono, sorte dalla lettura di Poe, si
aggiungono altre suggestioni legate al connubio tra l’acqua, la morte e la
musica: alludo a Liszt, in particolare all’uso e alla rielaborazione
elettronica di alcuni frammenti tratti da La Lugubre Gondola, un omaggio
personale al grande compositore ungherese.
Luigi Manfrin si è diplomato a Milano
con G. Zosi; si è perfezionato con F. Donatoni alla Chigiana di Siena ottenendo
il Diploma d'Onore e a S. Cecilia, a Darmstadt e all’Atelier dell’Ircam presso
l’Achantes. Ha avuto esecuzioni a Milano Musica, Nuove Sincronie Milano,
Gaudeamus Amsterdam, Festival Cervantino, Circolo Baratelli L'Aquila, Oberdan
Milano, Mantova Contemporanea, Sociétè de Musique Contemporaine Losanna,
Festival 5 giornate Milano, Eterotopie Mantova, in sedi quali Hochschule
München, Teatro Sibelius Helsinki, Hopetoun Alpha Aukland, Accademia d’Ungheria
Roma, CAMeC La Spezia, Rive-Gauche Concerti Torino, Muziek & Kunst,
Università Aveiro, BKA Berlino, Rondò 2006 e 2009 del Divertimento Ensemble
Milano. Laureato in Filosofia con una tesi su Grisey, ha pubblicato articoli
per De Musica a cura del Seminario Permanente di Filosofia della Musica (http://users.unimi.it/~gpiana/dm12idxrd.htm
); sue musiche sono state trasmesse da Radio3, Radio svizzera francese, ed
edite da Suvini Zerboni. Attualmente
insegna al Conservatorio di Milano.
Cristiano Tassinari ha studiato alle
Accademie di Bologna e Milano. Dopo un periodo di attività tra Mantova e
Milano, si è trasferito a Berlino. Mostre personali: Lichtraum, 1st Gallery
Roma; Relief Castellarquato; Fundamental Frequency Gall. Il Segno Brindisi;
Mnemosyne Spazio 8, Heads Bocca Library, Milano, Opera Incisa Gall. Graffio
Bologna. Collettive: Biennale Venezia; Premio Ceramica d'Arte Faenza con
medaglia d’onore; Premio Cairo, CrossPainting, BeautyFarm, OttavoClima, Gall.
S.Fedele, Nuovi pittori della realtà, Milano; Untitled Gallery Berlin; Artefiera,
Premio delle Arti, Roma; Premio Morlotti Imbersago; Eterotopie, Giardini
Valentini, Mantova; Confini Laives; Architettura del disegno SassoMarconi;
Premio Campigna S. Sofia; Gemine Muse, Premio Silvestroni, Forlì; Da Tiziano a
Nespolo. Primi premi: Michetti Francavilla, Concorso di Incisione Carnello
Carte ad Arte, ItalianFactory Milano, Morandi Bologna, Concorso di Calcografia
Gorlago; 3o premio S.Fedele Milano,
STUDENTI DEL CONSERVATORIO DI TRIESTE
Performance
La performance audiovisuale qui ripresa
ed adattata è parte di un progetto sviluppato la primavera scorsa presso la
Galleria Skuc di Lubiana dal tema "Silenzio suono rumore, staticità e
movimento, presenza fisica del performer e suo rapportarsi ad un mondo sempre
più virtuale", ed è stata realizzata in conclusione del periodo di
residenza artistica della Bergamasco presso l'IRZU, Istituto di ricerca sonora,
(Lubiana). I tre musicisti provengono da background musicali molto diversi ma
sono accomunati dalla ricerca sonora. Il progetto analizza e sviluppa tematiche
relative al tema proposto dal progetto. Queste relazioni prendono forma
attraverso un mix delle singole componenti, utilizzate in funzione del
raggiungimento di diversi obiettivi nei singoli momenti della performance: lo
spettatore produce il suono e la musica; con il live electronics gli strumenti
tradizionali risultano estesi a nuove dimensioni acustiche; il video nella sua
staticità diventa fotografia; la serie di fotografie vengono percepite come
video.
Francesca Bergamasco nasce a Trieste nel
1974. Cantante e performer con una vasta esperienza in diversi generi musicali si
forma a Trieste nella tecnica vocale e in vari seminari con nella la tecnica
jazz. Attualmente frequenta il corso di Musica e Nuove Tecnologie al
Conservatorio di Trieste. Interessata alle molteplici forme
artistico-espressive, è impegnata nello sviluppo di progetti multimediali che
si concentrano sulla connessione tra voce, suono, materiale visivo, anche a
livello interattivo.
Asja Grauf nasce a Maribor nel 1980.
Intraprende lo studio del flauto all'età di 10 anni, studia alla scuola
superiore di musica di Maribor e si laurea all'Università di musica classica di
Graz nel 2005. Nel 2004 studia al Conservatorio Tartini di Trieste con il
progetto erasmus. Collabora con diverse realtà musicali tra cui formazioni
classiche, pop ed etniche, elettroacustiche e di ricerca improvvisativa,
spettacoli teatrali ed esibizioni di danza. Ha inoltre collaborato con
l'orchestra sinfonica di Maribor e L'orchestra militare slovena.
Ivan Penov inizia la sua attività
musicale con lo studio del violoncello. Dopo aver finito il liceo musicale in
Macedonia, si trasferisce a Trieste dove prosegue i suoi studi di musica
elettronica al Conservatorio con R. Doati, P. Pachini, P. Polotti e N. Buso. Le
sue composizioni elettroacustiche e audiovisive sono state presentate a vari
festival e concorsi internazionali come Bourges, Synthése, Andalusia, EMUFest e
altri. Dal 2008 frequenta il Biennio Specialistico Videomusicale.
Multimodal Ecosystem
Il termine “ecosistema” venne utilizzato dal
compositore italiano Agostino Di Scipio per indicare alcuni suoi lavori per
live electronics, nei quali, attraverso il computer, vengono sviluppati dei
complessi sistemi capaci di auto-organizzarsi grazie alla “causalità
circolare”, cioè la capacità del sistema di produrre dei suoni e di “ascoltare”
il contenuto sonoro dell’ambiente, e quindi anche il suono prodotto dal sistema
stesso, reagendo poi di conseguenza. Nel suo Multimodal Ecosystem Bole ha
cercato un’estensione “multimodale” del concetto di ecosistema, ossia che
coinvolgesse, oltre alla modalità sonora, anche la modalità visiva. In questo
sistema, infatti, una webcam cattura l’immagine della stanza, tale immagine
viene analizzata e va a controllare la produzione di suoni; un microfono
cattura quindi i suoni dell'ambiente e fa reagire dei fari colorati, con un
certo ritardo temporale. La webcam “vede” quindi la reazione dei fari, e il
cerchio si chiude: questo è il cuore della “causalità circolare”, alla quale si
affiancano poi meccanismi adattivi e l’apporto disturbatore del pubblico, che
rendono il sistema simile a un essere vivente che reagisce all’ambiente e alle
sue perturbazioni.
Tiziano Bole è nato nel 1985 a Trieste. Nel 2005 ha ottenuto
al Conservatorio di Trieste il diploma di triennio in chitarra con il massimo
dei voti e lode, e nel 2010 in Musica e Nuove Tecnologie con lo stesso voto.
Attualmente sta concludendo il biennio di quest’ultima scuola. Mentre la
chitarra lo impegna sia come musicista, portandolo a esibirsi in un’intensa
attività concertistica, sia come insegnante, i suoi lavori in campo elettronico
hanno preso spesso non solo una forma artistica, ma anche applicativa, nel
campo soprattutto della pedagogia musicale. Pagina myspace: www.myspace.com/tizianobole
Francesca Bergamasco – Alberto Caruso – Fabrizio
Fiore (2011 - prima assoluta)
Prométhée 2.0
Live electronics, voce e live painting
si uniscono qui in un unico ed unitario atto di improvvisazione dove le figure
del musicista e del pittore non si limitano alle loro normali funzioni ma
contribuiscono attivamente alla realizzazione del tutto. Grazie all'uso di
sensori sulla tela è possibile mappare i gesti, le pennellate, di modo da
rendere questi utili al fine di manipolare il suono; si ha che l'intenzione
pittorica si aggrava del valore musicale aggiunto. I diversi gesti tradotti ora
in immagini saranno una fonte di ispirazione per il musicista che verrà
condotto nel suo flusso di coscienza dalle forme e dai colori che appariranno
sulla tela. La performance sarà dunque un continuo interplay sinestesico con
feedback crossmodali, la cui risultante sarà la somma vettoriale del linguaggio
musicale e pittorico.
Francesca Bergamasco - v. sopra
Alberto Caruso nasce a Gorizia nel 1983.
Si diploma all'istituto d'arte Max Fabiani, indirizzo “pittura”. Si cimenta
nella fotografia e consegue un diploma in grafica digitale. Espone le sue opere
pittoriche in diverse mostre nel territorio Isontino. Attualmente frequenta il
corso di Musica e Nuove Tecnologie al Conservatorio di Trieste. Partecipa a
numerosi masterclass e seminari di musica elettronica con E. Cosimi, D. Rocchesso,
A. Di Scipio, R. Doati, A. Vidolin, M. Lupone.
ha frequentato Musicologia al DAMS di
Gorizia per poi diplomarsi al Conservatorio di Trieste in Musica e Nuove
Tecnologie. Ha partecipato a numerosi masterclass e seminari di musica
elettronica e composizione con A. Solbiati, A. Discipio, R. Bischof, R. Doati,
N. Nono, A. Vidolin, M. Lupone. Attualmente frequenta il biennio di Musica e
Nuove Tecnologie, indirizzo videomusicale. Dopo un periodo di studi e attività chitarristici,
si è dedicato alla produzione elettroacustica e alla videoarte, con opere per
nastro, musica elettronica e strumentale, live electronics, video, musica per
il video, installazioni sonore per mostre d'arte.
FOTO
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Penov e Fabrizio Fiore |
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