A.GI.MUS. VENEZIA – 2 e 3
dicembre 2011
Omaggio a Emily Dickinson
La seconda parte della
stagione concertistica organizzata da Agimus Venezia, ospitata alle Sale
Apollinee del Teatro La Fenice e realizzata in collaborazione con l’Ateneo
Veneto, il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università
Ca’ Foscari di Venezia, l’Accademia di Belle Arti di Venezia, il Conservatorio
“B. Marcello” e il Plurimo Ensemble, si apre con un omaggio a
Emily Dickinson. La complessa sfaccettatura interiore
della poetessa americana immaginata da Paolo Puppa nel dialogo fantasmatico che
viene proposto in prima assoluta il 3 dicembre presso le Sale Apollinee, alle
ore 20.00, prenderà volto grazie all’emozionante
interpretazione di Elena Bucci, in un intreccio di linguaggi artistici in cui si alterneranno opere figurative
create da studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e brani musicali in
prima assoluta eseguiti dal Plurimo Ensemble. La tavola rotonda che si terrà il
2 dicembre alle 17.00 in Sala Tommaseo dell’Ateneo Veneto approfondirà il
profilo letterario e umano della Dickinson e introdurrà al viaggio estatico di
Paolo Puppa dentro l’universo poetico di una sacerdotessa solitaria, creatura
ineffabile che investe sulla scrittura il suo rapporto coll'Assoluto.
2 dicembre 2011, ore 17.00
Ateneo Veneto, Sala Tommaseo
"Vivere/morire di parola”. Omaggio a Emily Dickinson, in collaborazione con Ateneo
Veneto, Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di Filosofia e Beni
Culturali e Plurimo Ensemble
Incontro con Francesca Bisutti, Elena Bucci, Monica
Pavani e Paolo Puppa. Introduce Letizia Michielon
3 dicembre, Sale Apollinee Teatro La
Fenice,ore 20.00
“Selvaggia, la notte”. Omaggio a Emily Dickinson
In collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, il Conservatorio “B.
Marcello” e l’Accademia di Belle Arti di Venezia
Monologo in prima assoluta di
Paolo Puppa
voci recitanti: Elena Bucci, Paolo Puppa
"Selvaggia, la notte" è il
mio viaggio estatico dentro la poesia di Emily, sacerdotessa solitaria della
poesia, creatura ineffabile che investe sulla scrittura il suo rapporto
coll'assoluto. Una metafisica dell'assenza, nel senso che per lei si può amare
solo chi si sottrae all'io, divenendone così un dio crudele e benedetto. Tre
tappe, tre stazioni in questo itinerario, che ruba alla scrittrice immagini e
parole per riconsegnarle in modo autonomo ma fedele. Vita, amore e morte quali
tre meditazioni, tre variazioni musicali (e la musica sarà appunto
coprotagonista della serata), in cui il fantasma di Emily, affidato ad una
grande interprete come Elena Bucci, verrà vananente inseguito e sfiorato da un
goffo e adorante lettore. (Paolo Puppa)
opere figurative a cura degli studenti dell’Accademia di Belle
Arti di Venezia:
Maria Elisa D’Andrea,
Cristiano Menchini, Jennifer Salvatori
Musiche
Fabio
Grasso: Tháleia. Variazioni su un
giardino, for Emily Dickinson, per flauto, arpa e pianoforte (prima assoluta).
Tháleia (fioritura) si compone di nove quadri, ognuno
dei quali è dedicato a un fiore o a una pianta del giardino che ispirò Emily
Dickinson. Come in una camminata con passaggi obbligati e variabili di
percorso, l’ordine dei quadri è in parte prefissato, in parte determinabile
dagli esecutori. La fugacità di ogni raffigurazione, quasi volo d’ape da un
fiore all’altro, crea contrasti talora violenti, che riflettono in un ritratto
multicolore la complessa personalità della poetessa. Traduzione dei titoli: 1. Convòlvolo,
2. Digitale, 3. Dente di leone, 4. Tromboncino, 5. Aster e Rosa, 6. Olmo, 7
Giglio e campanula, 8. Viola del pensiero, 9. Loto.
Marco Marinoni: Sette variazioni nel cuore dell’enigma,
per flauto (prima assoluta)
“Oggi stesso entrerò nel
cuore dell’enigma” scrive E. Dickinson nel 1858, con riferimento all’evento
della propria morte attesa, temuta, desiderata. Vita, morte e amore sono un
unico enigma senza soluzione. I fiori decadono senza conoscere il proprio
splendore, affidando un “seme senza nome” alla brezza che lo porterà in dono a
occhi sconosciuti. Come la morte, anche l’atto creativo è estraneo alla propria
denominazione, così come l’amore non conosce se stesso ma tenta di spiegare
“quanto era per entrambi incomprensibile” Queste immagini racconta di una
fiamma fragile, cristallina, di un nonnulla che tuttavia “fu amato dall’ape,
desiderato da farfalle, da una celeste, disperata distanza” I materiali
utilizzati dalla Dickinson per dare forma e durata alla propria fiamma sono
limitati, si ripresentano ossessivamente sempre variati, con delicatezza e
piacere della separazione, nel declinarsi di un tempo immobile, ciclico, “pieno
e perfetto”. In questo senso, allora, la forma della variazione applicata a
materiali musicali accuratamente distillati, immersi in un tempo
ingannevolmente contrattile, segretamente minati da forme virali di
proliferazione.
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presentazione completa
Gianantonio Rossi:
Out of Sight, in Heaven (for Emily),
per arpa (prima assoluta)
Un semplice verso, un elogio
alla Poetessa Americana, la cui intima sensibilità, eccezionale in una società,
quella in cui visse, controversa e ricca di contraddizioni, si manifesta nella
sua vasta produzione letteraria. Il brano, un alternarsi di immagini. A momenti
delicati, molto cantabili, impressioni di spensieratezza che alludono ad una
“redenzione”, come un'apologia della propria trasgressività, si alternano
istanti più fitti, assai più cupi, inquieti, “silenziosi”: la difficoltà di
elevar la propria anima per raggiungere l'Assoluto, l'Amore, Dio, la Pace.
Nella conclusione come un'eco lontana, finalmente, il conseguimento della tanto
agognata quiete, della tranquillità: Al Di Là del Visibile, in Cielo.
Letizia Michielon: Dialoghé, per flauto, arpa e pianoforte
Dialogo fantasmatico sul tema
dell’assenza, della memoria e del lutto - nodi cruciali nella poetica di Emily Dickinson - il trio incarna l’ambivalenza del vocabolo
greco che significa insieme ‘dialogo’ ma anche ‘separazione’. La trasformazione
del linguaggio è continua, senza ritorno, come agisse un perpetuo processo di
rimozione. Dopo le lacerazioni, il
contatto tra le dimensioni strumentali
ed emotive si materializza poco per volta grazie alla sospensione
evocata dall’apparire di spazi psichici intangibili. Il silenzio e l’ascolto
schiudono trasparenze, sogni, intuizioni, presenze.
Cecilia Vendrasco,
flauto
Alessandra Trentin, arpa
Fabio Grasso e Letizia Michielon, pianoforte